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San Quirico

San Quirico


(da: G. Spina - Vicende di un piccolo paese del Basso Monferrato, 1994, Ed. Comune di Treville):

«Situata sopra una verde altura, ha facciata a capanna aperta da portale architravato sormontato da lunetta. L'interno è a navata unica con copertura a capriate. L'abside semicircolare è ornata da archetti pensili scanditi da lesene e forata da tre monofore». Così viene descritta la chiesetta di S. Quirico in una bella pubblicazione curata dall'Amministrazione Provinciale alessandrina (1983), frutto di una complessa esperienza di studio condotta da un gruppo di allievi dell'Istituto Tecnico per Geometri Pier Luigi Nervi di Alessandria. Ulteriori preziosi approfondimenti possono essere attinti dalla accurata relazione elaborata dall' Arch. Marco Spinoglio ad introduzione del progetto tecnico relativo ai lavori di manutenzione straordinaria portati a termine nel 1992.

Altra interessante osservazione: «L'abside, all'interno, anticamente, era affrescata: di ciò rimane una tenue traccia. Presumibilmente, vi erano raffigurate le sembianze di S. Quirico».

Dobbiamo rendere il giusto merito ai trevillesi se, sino a noi, è giunta questa notevole testimonianza dell'architettura romanica e dello spirito religioso medievale.

Attraverso i secoli S. Quirico conobbe qualche periodo di prosperità e numerosi momenti di grave pericolo, ma sempre si riuscì a porre un riparo e a salvaguardarne l'esistenza.

Paesi, castelli, chiese senza numero sono come svaniti nel nulla e, per restare nella nostra zona, penso alla pur importante ed influente pieve di S. Cassiano (a metà strada tra Cereseto e Treville) che, nel 1298, era tassata per ben 23 lire astesi e 1/2 contro le Il di Treville e le 7 e 1/2 di Arliate. Oggi, di tale chiesa, non resta che il nome attribuito ad una cascina e qualche traccia dell'antica costruzione.

S. Quirico, edificata tra l'XI e il XII secolo, è un tipico esempio di chiesa rurale «punto di riferimento storico che conferma l'esistenza, pur nell'ambito delle salde strutture feudali, di organismi associativi rurali» (prof. Claudio Zarri).

Arliate, il complesso abitativo facente capo a questo edificio religioso, scomparve mentre la chiesa sopravvisse grazie alla «pietas» dei trevillesi ed alla loro particolare devozione al martire San Quirico, non per nulla «compatrone» , con S. Ambrogio, della chiesa parrocchiale.

Dai registri delle decime conservati ad Oropa veniamo a sapere che, nel 1348, la tassa ammontò a soldi 24, quindi addirittura superiore a quella addebitata a Treville (soldi 17 e 1/2), per precipitare, nel 1440, a soldi 5, segno di irreversibile decadenza.

Ed ecco che, infatti, desolante è la situazione alla fine del secolo XVI. Nella visita pastorale del 19 luglio 1590, il vescovo di Casale, Marcantonio Gonzaga annota: «La chiesa di S.to Quirico, campestre qual altre volte era Parrocchiale et il cimiterio essendo ruinato e scoperta del tutto, quando la Comunità voglia farla restaurare e coprire tenendo ben serrata a chiave et provederli delle cose necessarie per ornamento dello altare in modo tale che si possa celebrare, et questo fra sei mesi si permette che lo possa fare, ma quando in detto termine non habbia provvisto sia distrutta et la materia sia applicata per accomodare la casa parrocchiale. Si tenghi serrato il cimiterio che non vi possano entrare animali erigendovi in mezzo una croce».

Il riferimento all'area cimiteriale ancora esistente alla fine del secolo XVI, ci fa ritenere che a S. Quirico venissero sepolti i morti durante le, tutt'altro che infrequenti, epidemie.

Evidentemente i paesani provvidero a restaurare la loro chiesetta perché, nelle relazioni delle successive visite pastorali, non si torna sull'argomento sino al settembre del 1725 quando il vescovo Pietro Secondo Radicati di Cocconato rilevò che «questa Chiesa, non distante dal Luogo mezzo miglio circa verso Quarti, è con pavimento buono, tetto tavellato, muraglie buone e bianchite, porta buona e sicura con altra portina laterale e vaso infisso al muro».

Inoltre, a quel tempo, esternamente, di fronte alla chiesa sorgeva una croce.

La chiesetta, costantemente cara ai trevillesi, venne conservata in sufficienti condizioni tanto da poter restare per secoli un preciso punto di riferimento per il culto locale.

Dalla dettagliata relazione redatta nel 1830 dal pievano don Giovanni Giuseppe Ceresa veniamo a sapere che due volte, nel corso dell'anno, vi veniva celebrata la S. Messa: a Pentecoste e nella domenica della settimana in cui cadeva il 15 luglio (giorno della festa del Santo). Ancora una quarantina d'anni fa i paesani si recavano, a piedi o in calesse, ad assistere alla Messa in onore del loro «Compatrono». Poi la tradizione fu lasciata cadere e, per logica conseguenza, finì per cadere anche il tetto della costruzione.

Prima che si precipitasse sino ad un'irrimediabile distruzione, ancora una volta si mosse la comunità, sostenuta dalle autorità regionali e statali, onde far fronte alla grave emergenza (*).

«Dopo un progetto preliminare eseguito dall'Arch. Alfredo Salvo, nel 1981 e l'interessamento di "Italia Nostra" e della Soprintendenza di Torino per i Beni Architettonici e Ambientali, il Comune di Treville, nel 1985, avendo acquisito la proprietà della chiesa non più officiata, sebbene mai sconsacrata, e constatando come gli organi competenti tardassero a stanziare i finanziamenti promessi, provvedette con propri fondi all'esecuzione delle più urgenti opere di restauro e risanamento conservativo, atte a mantenere in vita l'edificio». Così leggiamo nella relazione dell'Arch. Marco Spinoglio redatta in occasione dei più recenti lavori di sistemazione della zona circostante la chiesetta per renderne possibile e agevole l'accesso gravemente ostacolato dai rovi e dalla precarietà del sentiero dissestato dagli agenti atmosferici.

Per volontà del sindaco Livio Pavese e del Consiglio Comunale vennero, nel 1985, portati a termine, su progetto dell'Ing. Umberto Coppo, cospicui lavori principalmente finalizzati al recupero e al consolidamento statico dell'edificio mentre quelli eseguiti nel 1992/93, sotto la direzione dell' Arch. Marco Spinoglio, sono ottimamente serviti a far riacquistare a S. Quirico l'antica suggestiva immagine di agreste pio luogo di pietà, fede religiosa e cara memoria del passato.

Numerosi sono gli articoli pubblicati da "Il Monferrato" sulla chiesetta di San Quirico. Riporto uno stralcio di un articolo scritto da Pier Luigi Rollino ("Un esempio di Romanico in Monferrato -La Chiesa di S. Quirico a Treville") ed inviatoci dall'Architetto Chiara Natta (Ecomuseo Pietra da Cantoni):

" [...] L'abside all'interno era anticamente affrescata; di ciò rimane traccia, seppur tenue. Presumibilmente erano raffigurate le sembianze di San Quirico, il cui culto era penetrato nel Monferrato dopo la caduta dell'Impero Romano.

San Quirico fu martirizzato con la madre Giuditta in Asia Minore e le sue reliquie pervennero in Italia al tempo dell'eresia iconoclasta, ad opera di pontefici di origine ellenico-bizantina. Più tardi il culto del Santo penetrò fin nel Monferrato, specie in Valle Cerrina, che era attraversata da un'antica strada romana, verso la quale è orientata la facciata della chiesa, come pure quelle di altre chiese della zona dedicate allo stesso Santo (ad esempio San Quirico di Cella Monte).

Questo suffraga la tesi sostenuta da E. Janigro d'Aquino, secondo la quale i viandanti che percorrevano l'antica arteria romana potevano sostare in prossimità delle chiese dedicate al Santo, per ripararsi e raccogliersi in preghiera (Pier Luigi Rollino)".

Un'altra storia, legata a questa chiesetta ed alla strada romana adiacente, è quella che fosse rifugio per i viandanti che nel Medioevo si recavano a Roma o a Santiago di Compostela (Spagna; vedi foto di Kathia Licciardi), per visitare la tomba di S. Giacomo Apostolo.

I Pellegrini medioevali, lasciarono sui muri della chiesetta di San Quirico numerose tracce e testimonianze, sottoforma di Graffiti. I principali sono raffigurati nel libro "Graffiti- Iscrizioni e figurazioni incise sulla Pietra da Cantoni" a cura di Carlo Aletto, edito dall'Ecomuseo della Pietra da Cantoni" (con sede a Cella Monte), nov. 2004.

Da studi recenti la vera via Francigena, lungo la quale i pellegrini si recavano a Santiago, passava molto più a a nord rispetto alla strada per San Quirico.


(*) Nota del Webmaster:

"Quello che i libri di storia non raccontano e probabilmente non racconteranno mai è il fatto che, dopo molti anni di degrado e completo abbandono, da parte di tutte le autorità, di questa chiesetta (crollo del tetto, rovi ovunque e furti di tutti gli arredi), nell'estate del 1976, i ragazzi della compagnia estiva trevillese diedero una scossa all'ambiente.

L'amico Francesco Bombonato ed il Sindaco Luigi Boltri, organizzarono un "Festival del Lissio", con lo scopo di ricavare fondi per la ricostruzione del tetto ed il restauro di San Quirico (vedi anche pagina dedicata al Sindaco Luigi Boltri, nella sezione "Personaggi Trevillesi di questo sito).

Tra i più giovani della nostra compagnia c'era anche il futuro Sindaco Piero Coppo e l'Architetto Marco Spinoglio che ne ha curato i lavori di restauro.

All'inizio degli anni '80, come racconta G. Spina nel suo libro trevillese, finalmente qualcosa si mosse... e in molti si spartirono "politicamente" i meriti della ricostruzione ...".


Documenti allegati:
frixa_san quirico 23 ago 2020 frixa_san quirico 23 ago 2020 (1,14 MB)
apertura straordinaria del 23 agosto 2020, organizzata dal Comune di Treville (Alfredo Frixa e Fabrizio Pagliano) e dalla Biblioteca Comunale G. Spina.

San Quirico (XII sec) Treville video San Quirico (XII sec) Treville video (21,88 MB)
Video sulla storia della Pieve Romanica trevillesse dedicata a san Quirico (XII sec.)